«Sulla base di quali criteri si dovrebbe decidere quando si può o si deve terminare una terapia ormonale?
Quando viene interrotta una terapia ormonale (Aromasin), non bisogna controllare il livello degli ormoni per un certo periodo, in modo da accorgersi subito di un aumento?
A 68 anni si può ancora temere un aumento degli ormoni?
Se con la terapia ormonale viene frenata la produzione di estrogeni, non cambiano anche i livelli di altri ormoni, come il testosterone o il progesterone?
Ho domande anche su un altro tema, ossia sull’interruzione di Prolia.»
— Domanda di E.S. (25.09.25)
Risposta di Tanja Eschmann, Breast Care Nurse, centro di senologia Hirslanden Berna Biènne
Ciò che descrive potrebbe essere un effetto collaterale della terapia. Ne parli con il suo medico non appena possibile. In questo modo il medico può escludere altre cause, come ad esempio una carenza nutrizionale o un’anemia.
Se sono escluse altre cause, potrebbe trattarsi della cosiddetta “fatigue”, un possibile effetto collaterale. La fatigue è un tipo particolare di stanchezza. Si differenzia dalla normale stanchezza perché non migliora con il sonno. La fatigue può essere molto invalidante e inficiare la qualità di vita di chi ne soffre.
Possono essere utili piccole sessioni di esercizio fisico regolari, come passeggiate, yoga dolce o ginnastica leggera. Anche strutturare la giornata, seguire rituali quotidiani e prevedere delle pause aiuta a salvaguardare le forze. Inoltre è importante seguire un’alimentazione equilibrata e bere a sufficienza.
Se la fatigue è molto limitante, si può beneficiare di offerte di sostegno specifiche. è utile In alcuni centri senologici vengono offerte consulenze specialistiche dedicate alla fatica, durante le quali le pazienti ricevono informazioni mirate, sostegno nell’adottare strategie per affrontare efficacemente la fatigue e accompagnamento. Anche la partecipazione a programmi di riabilitazione dedicati può essere utile.
Non deve rassegnarsi alla fatigue. Insieme all’équipe curante può trovare il modo di gestire al meglio le Sue energie e di migliorare passo per passo la Sua qualità di vita.
Inoltre, La invito a leggere l’opuscolo della Lega svizzera contro il cancro intitolato «La fatigue da cancro». Vi troverà molte informazioni utili e consigli su come affrontare meglio la fatigue nella vita quotidiana.
Una diagnosi di cancro al seno può avere un impatto emotivo considerevole. Sentimenti di insicurezza e di paura o un’irrequietezza interiore sono reazioni del tutto normali. La fatigue può essere una conseguenza di questo carico psicologico. Se si accorge che i Suoi pensieri ruotano continuamente attorno alla malattia, può essere molto utile cercare aiuto. La figura professionale della psico-oncologa o dello psico-oncologo è simili a un coach empatico che L’accompagna nel Suo percorso di malattia: dalla diagnosi al trattamento e oltre.