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Lega contro il cancroConsulenzaLa salute dell’uomo e i tumori maschiliConsulenza
Consultazione online

La salute dell’uomo e i tumori maschili

13. dicembre 2024

Perché quando si trovano risposte è tutto più facile. 

Che cosa avreste sempre voluto sapere? 

Prevenzione, diagnosi precoce, tumore alla prostata, tumore del testicolo, cancro della vescica, decisioni terapeutiche, impotenza, incontinenza di origine iatrogena...  tutte sfide alle quali potreste essere confrontati. Interrogate i nostri esperti.  

Ecco una selezione di domande alle quali i nostri esperti hanno risposto durante le passate edizioni. 

Domande e risposte degli esperti

«Buongiorno.
Ad un recente controllo il mio livello di PSA è risultato pari a 5,36 (in precedenza sempre inferiore a 4,0). Il medico di base mi ha dato il suo parere. Il 25.11.24 ho un appuntamento con l'urologo. Ho già avuto modo di prepararmi un po' durante un colloquio telefonico con la Lega contro il cancro (consulente specializzata del servizio InfoCancro, Cornelia Orelli).
I miei pensieri continuano a tornare alla parola chiave “leishmaniosi”. Molti anni fa (35 o più?) un testicolo era molto ingrossato. Mi recai all'ospedale Salem. Il problema è stato risolto (questo è più o meno quello che ha detto il medico di famiglia a un controllo) e ho letteralmente “rimosso” questo intervento. Domanda: Potrebbe esserci un legame?»
— Domanda di F.K. (20.11.2024)

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali
Un collegamento tra l'aumento del PSA attualmente documentato e il trattamento di un ingrossamento testicolare avvenuto 35 anni fa è molto improbabile. Dalla sua richiesta non emerge con chiarezza se 35 anni fa si trattasse di un'infezione da leishmaniosi, ma anche questo non consentirebbe di stabilire un nesso causale con la situazione attuale. L'aumento del valore del PSA da 4 all'attuale 5,36 richiede – come del resto è già previsto – ulteriori accertamenti urologici (colloquio, esplorazione rettale per valutare la salute della prostata, ecografia, eventuale calcolazione del rischio e, in caso di rischio aumentato di cancro alla prostata, risonanza magnetica della prostata).

«Salve gentili esperti ed esperte,
Nell'opuscolo aspect/ottobre 2023 la Lega contro il cancro parla del tema del cancro della prostata, per questo vi rivolgo la mia domanda.
Nel giugno 2019 (73 anni) sono stato operato alla prostata. Negli ultimi 30 anni sono andato regolarmente (tutti gli anni) a fare un controllo dal medico di famiglia. Fino al 2013 il PSA non ha mai avuto un valore superiore a 1,4. Negli anni successivi il valore è aumentato lentamente fino a raggiungere 5,3 e 6,2 nel 2018, in due controlli. Dopo un prelievo di tessuto e la decisione dell'urologo ho dovuto sottopormi ad un intervento chirurgico radicale alla prostata e sono stato ricoverato 8 giorni all'ospedale. Dopo tutti gli inconvenienti conseguenti all'operazione mi è stato detto che eventuali cambiamenti si sarebbero verificati dopo circa 7 anni. Purtroppo questi cambiamenti si sono presentati prima e il valore del PSA è risalito oltre 0,3. Dovrei fare qualcosa.
Le mie domande: non è stato rimosso tutto il tessuto interessato, o da cosa dipende?
Che cosa mi consiglia di fare? Qual è il trattamento migliore?»
— Domanda di Philipp (23.11. 2023)

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitaliGrazie per questa domanda. Dopo la rimozione della prostata a causa del cancro della prostata, il valore PSA dovrebbe scendere a <0,1. Se il livello del PSA aumenta di nuovo, significa che il cancro probabilmente è di nuovo attivo. Se il PSA > 0,2, si raccomanda l'imaging con PET/TC PSMA e, a seconda dei risultati, la radioterapia. Quale area va irradiata, dipende dai risultati della PET/TC PSMA PET ma anche da altri fattori (stadio del tumore, Gleason-Score, stato del margine di resezione). La situazione dovrebbe essere discussa da un gruppo di specialisti, in cui sono presenti diversi esperti di cancro della prostata.

«Ho una domanda sul risultato del mio test PSA di tre giorni fa. Con mia grande sorpresa, è stato rilevato un valore di 1,520 µg/L o 1,52 ng/ml, che è molto positivo.
Tuttavia, il mio test del PSA nell’aprile 2024 ha mostrato un risultato di 3,06 ng/ml, mentre nell’aprile 2023 il valore era di 2,60 ng/ml. Per inciso, questi due campioni di sangue sono stati analizzati da un altro laboratorio.
Inoltre, per informazione: non assumo alcun farmaco e non sono in trattamento. Potrebbe spiegarmi perché il risultato attuale di 1,52 differisce così tanto dai valori precedenti? I risultati del test PSA possono oscillare così tanto?
Cosa mi consiglia?»
— Domanda di H.P. (11.12.2024)

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali
I valori dell’antigene prostatico specifico (PSA) possono fluttuare per vari motivi. Sicuramente è importante considerare che a seconda del laboratorio vengano utilizzati test diversi con intervalli di riferimento diversi. Per una determinazione regolare del PSA e un confronto diretto, sarebbe meglio determinare il valore del PSA sempre nello stesso laboratorio.

Altre possibili spiegazioni per le fluttuazioni del PSA possono essere:
1. prostatite: le infiammazioni della prostata possono condurre a valori del PSA più alti del normale. Una prostatite acuta o cronica può causare fluttuazioni del PSA;
2. perplasia prostatica benigna (BPH): l’ingrossamento benigno della prostata è comune negli uomini anziani e anche questo può influenzare i livelli di PSA;
3. tumore della prostata: se si sospetta o è presente un cancro della prostata, i valori del PSA possono essere elevati o fluttuare. Di norma, qui si osservano valori in continuo aumento;
4. interventi precedenti: operazioni o procedure mediche sulla prostata, come le biopsie, possono portare a un aumento dei livelli di PSA nel breve periodo;
5. eiaculazione: l’eiaculazione può aumentare i livelli di PSA per alcuni giorni, causando una fluttuazione a breve termine;
6. influssi ormonali: anche i cambiamenti ormonali dell’organismo possono influire sul livello del PSA. [/list]

Il valore del PSA di 3,06 nell’aprile 2024 era troppo alto per la Sua età di 50 anni e ora si è praticamente dimezzato. In questo contesto è utile un consulto specialistico, in cui vengono registrati altri fattori (storia familiare per il cancro, dimensioni della prostata all’ecografia, palpazione della prostata) ed eventualmente anche un calcolatore del rischio. Poi si può valutare se ha senso svolgere anche un esame di risonanza magnetica e quando si consiglia la successiva determinazione del PSA.

«Egregi signori,
nel febbraio del 2022, quando avevo 60 anni, mi è stato diagnosticato un cancro della prostata Gleason 4+4, con infiltrazione delle vescicole seminali, metastasi ossee alle anche, costola, spalla e una metastasi linfonodale.
Da marzo 2022 leuprorelina depot trimestrale, dall’inizio anche chemio con docetaxel 9x ogni tre settimane. Dal novembre 22 32 sedute di radioterapia di prostata, deflusso linfatico e metastasi ossee. Feb. 22. PSA 24 ng; da marzo 23 PSA 0.02 ng/ml. Terapia dal dicembre 22 leuprorelina depot ogni 3 mesi.
La mia domanda: è sufficiente per il momento o sarebbe opportuno aggiungere un lutamide (enza- o darolutamide)?
Molte grazie e cordiali saluti»
— Domanda di Roland (21.12.2023)­

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali
Grazie della Sua domanda in merito alle possibili opzioni terapeutiche. Se interpreto correttamente la Sua storia cinica, per una nuova diagnosi di cancro della prostata già metastatico ha ricevuto una combinazione di terapia ormonale (leuprorelina) e chemioterapia con docetaxel, in più è stata eseguita una radioterapia su tutto il tessuto tumorale visibile. Il valore di PSA appare stabile al livello molto basso di 0,02, quindi al momento non è chiaro se sia già opportuno aggiungere un’altra terapia ormonale. In linea di principio i farmaci disponibili sono abiraterone, apalutamide, darolutamide ed enzalutamide, ma questi medicamenti di solito sono somministrati in aggiunta entro 3 mesi dall’inizio della terapia ormonale (con o senza docetaxel). In considerazione delle molte variabili che entrano in gioco in una situazione come questa, forse sarebbe opportuna una seconda opinione oncologica per discutere di questi temi. Bisognerebbe parlare anche di tutte le opzioni per preservare la densità ossea e dell’opportunità di un esame genetico del tessuto tumorale, per avere più informazioni sulla biologia del tumore e come primo passo per valutare una possibile componente ereditaria. 

«Le nuove procedure di trattamento, come il «Cyberknife» sono già un'alternativa alle procedure consolidate, come la prostatectomia?»
— Domanda dalla chat del webinar sul cancro della prostata 2.11.2023

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali

Il cyberknife è una forma di radioterapia molto precisa che può essere utilizzata in singoli casi, ma non è ancora uno standard e rappresenta una raccomandazione individuale. Ma si tratta di un campo di ricerca importante, bisogna essere molto sicuri che il cancro alla prostata sia davvero localizzato.

Il mio urologo mi ha comunicato la seguente diagnosi: adenocarcinoma della prostata cT2c cNO cmx Gleason 3+4=7 ECOG 0.
Nella risonanza magnetica nessun segno di superamento della capsula o di metastasi linfonodali.
Come terapia mi è stata consigliata una resezione chirurgica totale o una radioterapia.
C’è anche la possibilità di aspettare e sorvegliare la situazione.
Adesso ho difficoltà a decidermi per una terapia.
— Domanda di D.H. (25.11.2024)­

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali
Sulla base delle informazioni che ha ben riassunto nella Sua domanda, Le è appena stato diagnosticato un cancro della prostata in uno stadio localizzato con probabile rischio intermedio (sulla base del punteggio di Gleason). Purtroppo il valore di PSA non è disponibile.

In questa situazione Lei ha davvero la scelta tra molte strategie terapeutiche ed è importante trovare il percorso più adatto a Lei e alla Sua situazione di vita. Tutte le opzioni di trattamento hanno vantaggi e svantaggi, che devono essere discussi con cura insieme a Lei. Può essere utile anche chiedere un secondo parere.

Una sorveglianza attiva può essere presa in considerazione in un carcinoma con punteggio Gleason 3 + 4 e < 10 % di Gleason 4, meno di 3 biopsie positive con meno del 50 % di infiltrazione del tumore e PSA < 10. In questo caso può essere eseguito un esame del profilo di espressione genica nel tessuto tumorale (p. es. test PROLARIS) per una valutazione più precisa del rischio. Altrimenti è consigliata una terapia attiva: una prostatectomia radicale con o senza asportazione dei linfonodi (a seconda del rischio di infiltrazione nei linfonodi) o una radioterapia della prostata unita a terapia antiormonale per 4-6 mesi. In caso di radioterapia, se il profilo di rischio è favorevole talvolta si può rinunciare alla terapia antiormonale.

Per la valutazione è importante la risonanza magnetica che è stata eseguita prima della biopsia. Sono rilevanti anche le informazioni su eventuali altre malattie o sui medicamenti che assume regolarmente. Sarebbe anche molto utile conoscere le dimensioni della prostata, se ci sono problemi di minzione (in seguito a un ingrossamento in genere benigno della prostata) e della funzione sessuale (capacità erettile e desiderio). È importante sapere anche se alcuni tumori (prostata, seno, ovaia, pancreas) siano più frequenti nella Sua famiglia.

«Quanto dovrebbe durare l'ADT + enzalutamide dopo la radioterapia ad alte dosi con intento curativo per la PCA oligometastatizzata de novo ad alto rischio? (Gleason Score 8, T3b; N1, M1)»
— Domanda dalla chat del webinar sul cancro della prostata 2.11.2023

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitali

La situazione oligometastatica de novo rappresenta una sfida, perché di solito viene raccomandata una terapia ormonale a vita. In casi individuali e se la prostata e le poche metastasi sono state irradiate, la terapia ormonale può essere sospesa dopo 2 anni, per esempio, come nello studio STAMPEDE con un monitoraggio regolare del PSA e del testosterone, ma anche questa è una decisione molto individuale e deve essere discussa attentamente.

«Buongiorno Kay,
sul profilo della piattaforma peer, Lei descrive le numerose esperienze difficili e faticose che ha dovuto affrontare a causa del cancro. Trovo avvincente che Lei sia comunque riuscito a trarre molte cose positive dalla sua vicenda. Come ad esempio la «trasformazione» da Lei già da tempo desiderata e il confronto con nuovi sentimenti attraverso la terapia antiormonale e il Suo modo di affrontarli/superarli tramite la meditazione.
Anch’io mi appresto ad affrontare una terapia antiormonale, dopo un lungo ciclo di trattamenti con prostatectomia e radioterapia. Mia moglie ed io (di 59 e, rispettivamente, 63 anni) ci preoccupiamo di come sarà la nostra coppia dopo il trattamento e se riusciremo ad adattarci alla nuova situazione. Mi chiedo anche come reagirò agli effetti della terapia antiormonale sulla mia virilità.
Ha magari qualche input e suggerimento in merito per me e per la nostra coppia?»
— Domanda di Theodor (19.12.2024)

Risposta di Kay, persona colpita dal cancro e peer
Caro Theodor,
la terapia ormonale comporta alcune sfide.
Oltre ai cambiamenti fisici (mi sono cresciuti un po’ i seni, ma sembrano comunque ancora quelli di un bel petto maschile), la terapia ormonale comporta anche sfide emotive, come sbalzi di umore e il problema delle vampate di calore, gli stessi effetti collaterali che ha una donna in menopausa (tua moglie te ne può certamente parlare). Sono cose estenuanti. Situazioni come avere le lacrime agli occhi senza sapere il perché, o ritrovarsi inzuppato di sudore da un momento all’altro.
La pratica della meditazione (meditazione da seduto o in cammino, come si preferisce; v. consigli alla fine) mi ha aiutato molto a sviluppare la calma necessaria per gestire queste nuove sfide. In questo modo sono riuscito ad accettare ed equilibrare meglio i miei sentimenti e ad affrontare con accondiscendenza gli altri effetti collaterali.
L’effetto principale dell’ormonoterapia sulla mia vita sessuale è che la mia libido non esiste quasi più. La voglia non c’è. Da un lato lo trovo un sollievo perché ho un livello di comunicazione e una qualità dei rapporti con le donne completamente nuovi, molto più rilassati e meno pressanti.
D’altra parte però, e capisco bene la tua domanda, a volte manca qualcosa. Ma questo non ha influito assolutamente sul mio piacere del contatto fisico; anzi direi che la mia vita sessuale o il mio approccio con le mie partner sono addirittura migliorate.
Dato che sono ancora limitato dall’impotenza ho cercato nuove strade e mi sono imbattuto nelle pratiche tantra, che permettono di avere qualità completamente nuove di contatto ed estasi condivisa. Esistono eccellenti istruzioni ed anche maestri e terapisti che introducono a queste pratiche.
Potrei proprio dire che la mia vita sessuale sta sviluppando qualità del tutto nuove, che trovo molto avvincenti e che ho voglia di approfondire con grande curiosità. Ci sono realmente alcuni cambiamenti che stanno per sopraggiungere su di te/voi, ma con apertura mentale e uno spirito di scoperta condiviso, questo sarà un nuovo entusiasmante capitolo della vostra relazione.
Spero davvero che i miei consigli possano darti un po’ di ispirazione e auguro a te e a tua moglie tante ore appaganti di vicinanza ed estasi condivisa!

Libri consigliati:
• Vivere momento per momento - Jon Kabat
• Rilassarsi in consapevolezza - Thich Nhat Hanh
• Urban Tantra - Barbara Carellas (in inglese)
PS: per domande o colloqui confidenziali resto volentieri a disposizione sulla piattaforma peer (solo in tedesco).

Cordiali saluti
Kay

«Buonasera,
mi piacerebbe sapere se esiste un trattamento capace di attenuare gli effetti indesiderati, in particolare la debolezza muscolare e i dolori ossei causati dall’assunzione di Zoladex iniettabile durante diversi anni. Attualmente mio padre riceve: Xtandi compresse 40 mg 4 cpr. il mattino e Firmagon iniettabile 80 mg 1 iniezione al mese.
Operato per carcinoma prostatico 8 anni fa tramite chirurgia robotica a Parigi.
Grazie del vostro aiuto
Cordiali saluti»
— Domanda di M. (16.12.2021)

Risposta del PD Dr. med. Aurelius Omlin,  oncologo medico specializzato in tumori urogenitaliCaro Signore,
fa bene a chiedere informazioni per conto di Suo padre su come alleviare il dolore, migliorare la forza muscolare e con ciò anche la qualità della vita.
Per un consiglio specifico, bisognerebbe avere maggiori informazioni sullo stato della malattia di Suo padre. La terapia antiormonale (Firmagon o Zoladex) generalmente comporta una lenta riduzione della massa muscolare. Vi si può rimediare facendo regolari esercizi di muscolazione e resistenza, ovviamente adeguati alla situazione individuale e allo stato di salute.
I dolori ossei sono menzionati tra gli effetti indesiderati di queste terapie, ma in genere non sono una conseguenza diretta della terapia antiormonale o del trattamento con Xtandi, bensì hanno solitamente altre cause, come ad esempio un problema di osteoporosi: fenomeni di usura delle ossa (modifiche degenerative) che possono peggiorare i problemi legati alla degradazione muscolare, una riduzione della densità ossea e, in questo contesto, eventuali fratture osteoporotiche. Anche un controllo insufficiente del cancro della prostata in relazione a metastasi ossee può essere associato a dolori delle ossa.
Raccomandiamo a Suo padre di rivolgersi al suo medico curante. Eventualmente, può essere utile chiedere un secondo parere oncologico per sapere se il trattamento è ancora sufficiente oppure, in caso di risposta molto buona e prolungata, se possa essere ridotto o persino interrotto in determinate circostanze.

«Nell’agosto 2023 prostatectomia totale con robot Da Vinci per carcinoma prostatico. Da quel momento ho perso l’erezione, i tentativi con tadalafil 10 mg ogni 3 giorni finora infruttuosi. In più disturbi della vescica, che non si svuota più bene, 100-150 ml alla volta, minzione frequente, ogni 40 minuti, con forte bruciore prima del passaggio dell’urina. Esame neuro-urologico alla Clinica universitaria Balgrist di Zurigo senza reperti patologici. Tentativi con cateterismo intermittente 2 x giorno mattina/sera, per eliminare l’urina residua. Dopo un mese sta funzionando, in più trattamento con fesoterodina 4 mg 1x giorno, con esiti dubbi. Ha portato più che altro a stitichezza. Da dove viene questo dolore prima della minzione, e come posso recuperare la funzione erettile (ho 60 anni)? Grazie e cordiali saluti!»
— Domanda di Päscu (28.11.2024)­

Risposta del PD Dr. med. Dominik Abt, specialista in urologia, con specializzazione in urologia operativa

Dopo una prostatectomia radicale, anche se si usa il robot Da Vinci, purtroppo capita spesso di subire una disfunzione erettile. È provocata da possibili lesioni o irritazioni delle strutture nervose responsabili dell’erezione, anche se si è cercato il più possibile di risparmiarle. La rigenerazione di questi nervi può durare mesi o anni. Purtroppo, talvolta alla fine può risultare insufficiente per raggiungere un’erezione spontanea. In quel caso possono essere d’aiuto gli approcci seguenti.

1. Terapia farmacologica
  • Tadalafil è un approccio adeguato. Se il dosaggio attuale (10 mg ogni 3 giorni) non ha mostrato alcun effetto, si potrebbe tentare di aumentare la dose p. es. a 20 mg al bisogno.
  • In alternativa si può provare con il sildenafil o il vardenafil, se il problema dipende dalla sostanza. Onestamente, però, in assenza di qualsiasi reazione a tadalafil, le probabilità di successo sono piuttosto basse.
2. Dispositivi a vuoto per l’erezione
  • Si può ricorrere a una pompetta meccanica per favorire l’irrorazione sanguigna e prevenire danni ai tessuti causati dalla mancanza di ossigeno. La pompa dev’essere combinata con un anello di costrizione in gomma. Molti pazienti sono molto soddisfatti di questa soluzione, soprattutto quelli che hanno partner fissi. I dispositivi possono essere acquistati su Internet o nei negozi di articoli erotici.
3. Iniezioni intracavernose (FIC)
  • L’autoiniezione di sostanze vasoattive come alprostadil nei corpi cavernosi può essere un’ottima alternativa in caso di mancata efficacia degli inibitori della PDE-5. All’inizio può esserci qualche esitazione per via della siringa. Tuttavia, dopo una buona istruzione da parte dell’urologo la terapia si rivela semplice e aiuta la maggior parte dei pazienti. Inoltre, è rimborsata dalla cassa malati.
4. Opzioni a lungo termine
  • Se le misure conservative non producono il risultato desiderato, si può prendere in considerazione un intervento chirurgico, come una protesi dei corpi cavernosi.
I disturbi che ha descritto, con urina residua, minzione frequente (pollachiuria) e bruciore prima di urinare sono difficili da valutare senza conoscere i risultati degli esami urodinamici (misurazione della pressione vescicale, probabilmente eseguita al Balgrist). Pertanto mi limiterò a una risposta generale.

I sintomi che ha descritto con minzione frequente (ogni 40 minuti), volumi di urina sui 100-150 ml e bruciore prima della minzione suggeriscono una problematica complessa. Dopo una prostatectomia radicale, questi disturbi possono essere causati da diversi fattori. Di seguito proverò a spiegare le possibili cause e a fornire raccomandazioni per la diagnosi e la terapia.

Possibili cause dei Suoi disturbi

1. Riduzione della capacità o ipersensibilità della vescica
  • I volumi minzionali di 100-150 ml per volta suggeriscono una ridotta capacità funzionale della vescica, che potrebbe essere causata da una vescica iperattiva o da un’ipersensibilità della stessa.
2. Vescica iperattiva (OAB)
  • Un’iperattività del detrusore (muscolo della vescica) è una conseguenza frequente di un intervento urologico. In questo caso, la vescica invia il segnale di urgenza minzionale già in presenza di un volume basso di urina.
3. Irritazione o infiammazione delle vie urinarie
  • La formazione di cicatrici nella regione dell’anastomosi (collegamento tra vescica e uretra) o un’irritazione della mucosa possono provocare bruciore e pollachiuria (bisogno più frequente di urinare). In questo contesto andrebbe chiarita anche la possibile presenza di un’infezione subclinica.
4. Urina residua
  • Sebbene Lei abbia volumi minzionali regolari, rimane aperta la questione se non rimanga dell’urina residua nella vescica, che può portare a disturbi come bruciore e urgenza frequente di urinare.
5. Tensione dello sfintere o problemi al collo della vescica
  • Dopo una prostatectomia può manifestarsi una disfunzione a livello del collo della vescica o dello sfintere vescicale esterno, che ostacola il processo di svuotamento della vescica e può provocare i sintomi che ha descritto.
Ulteriori accertamenti diagnostici possibili (probabilmente già in gran parte eseguiti)

1. Analisi dell’urina
  • Controllo dello stato urinario (con coltura) per escludere un’infezione o processi infiammatori.

2. Misurazione dell’urina residua
  • Misurazione ecografica dell’urina residua dopo la minzione per controllare che la vescica si svuoti completamente. E per capire se sia necessario un cateterismo.
3. Esame urodinamico
  • Esame per determinare la capacità della vescica, l’attività della muscolatura vescicale e possibili disturbi della coordinazione.
4. Endoscopia della vescica (cistoscopia)
  • Una cistoscopia permette di vedere irritazioni della mucosa, cicatrici o problemi meccanici all’altezza dell’anastomosi.
5. Ecografia
  • Un’ecografia della vescica permette di valutare la struttura della parete e individuare segni di dilatazione o di infiammazione cronica.
Raccomandazioni terapeutiche generali (dipendenti in ogni modo dalla Sua situazione individuale)

1. Terapia farmacologica
  • Anticolinergici: alternative alla fesoterodina, come solifenacina o ossibutinina, potrebbero contribuire a calmare la vescica. Se la stitichezza è un problema, sarebbe utile adeguare il dosaggio o cambiare la sostanza.
  • Beta-mimetici (mirabegron): questo medicamento agisce su recettori diversi da quelli degli anticolinergici e costituisce una valida opzione in caso di vescica iperattiva. Inoltre, comporta un rischio inferiore di effetti indesiderati come la stitichezza.
  • Alfa-bloccanti: se si riscontra un’ostruzione del collo vescicale o un aumento del tono dello sfintere, medicamenti come la tamsulosina possono migliorare lo svuotamento della vescica.
2. Cateterismo intermittente
  • Se gli esami continuassero a mostrare quantità rilevanti di urina residua, un regolare autocateterismo rimane un buon aiuto supplementare per svuotare completamente la vescica e ridurre i sintomi.
3. Training della vescica
  • Un addestramento controllato della vescica può aiutare ad aumentarne gradualmente la capacità. Il metodo si basa sul ritardare in modo controllato la minzione, ed è in grado di migliorare la qualità della vita.
4. Interventi mini-invasivi
  • In presenza di cause meccaniche, come cicatrici o restringimenti, può essere preso in considerazione un intervento mini-invasivo (p. es. dilatazione, incisione del collo vescicale).
5. Fisioterapia
  • La terapia del pavimento pelvico può aiutare a migliorare il controllo della vescica e della funzione dello sfintere vescicale.
Pur non avendo i risultati degli esami a disposizione, spero di esserle stato almeno parzialmente utile e Le auguro un rapido miglioramento e ogni bene.

«Salve
Sono un uomo di 38 anni e a gennaio 2025 dovrò sottopormi all'asportazione del testicolo sinistro a causa di un tumore del testicolo.
Sebbene mi senta ben informato e supportato dal centro che mi curerà, ho alcune domande sull'operazione e sul periodo successivo:
• Come funziona la rimozione del testicolo? Dove si formano le cicatrici?
• Quanto tempo occorre per la guarigione della ferita? Devo prestare attenzione a qualcosa in particolare?
• Quanto tempo dopo l'intervento potrò tornare a fare sport (jogging, ciclismo)?
• C'è qualcos'altro che devo tenere in considerazione dopo l'operazione (p. es. sollevare pesi, sessualità)?»
— Domanda di Roman (13.12.2024)­

Risposta del Prof. Dr. med. Richard Cathomas, specialista FMH in oncologia medica e in medicina interna generale

• Come funziona la rimozione del testicolo? Dove si formano le cicatrici?
L'asportazione viene eseguita attraverso l'inguine. L'operazione è simile a quella di un'ernia inguinale. Si esegue in anestesia. L'intero testicolo viene rimosso insieme al cordone spermatico. La cicatrice si presenta all'inguine ed è lunga circa 5-6 cm. Dopo qualche giorno si può tornare a casa (di solito 2-3 giorni in ospedale).

• Quanto tempo occorre per la guarigione della ferita? Devo prestare attenzione a qualcosa in particolare?
I punti vengono rimossi al più tardi dopo 14 giorni (a volte vengono utilizzati punti che non devono essere rimossi). Fino ad allora, è necessario evitare sforzi eccessivi per non disturbare la guarigione della ferita. Tuttavia, è possibile muoversi normalmente. Sicuramente riceverà consigli dai medici e dal personale infermieristico dell'ospedale.

• Quanto tempo dopo l'intervento potrò tornare a fare sport (jogging, ciclismo)?
Sforzi leggeri sono possibili a partire da 2 settimane dopo l'intervento. Tuttavia, il sollevamento di pesi superiori a 20 kg deve essere evitato per circa 6 settimane dopo l'operazione. È possibile praticare jogging e ciclismo a partire da circa 2-4 settimane dopo l'intervento. A tal proposito può chiedere informazioni anche alla persona che la opera.

• C'è qualcos'altro che devo tenere in considerazione dopo l'operazione (p. es. sollevare pesi, sessualità)?
Per quanto riguarda il sollevamento di pesi, non si dovrebbero sollevare più di 20 kg per 6 settimane. La sessualità di solito non è disturbata, dopo 2 settimane la ferita è ben guarita e non dovrebbe causare problemi.

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