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Fertilità, desiderio di paternità o maternità dopo il cancro

Gli esperti rispondono

Perché quando si trovano risposte è tutto più facile. Che cosa avreste sempre voluto sapere? 

Preservazione della fertilità, assunzione dei costi delle misure atte a preservare la fertilità, effetti secondari dei farmaci che bloccano l’ovulazione...  tutte sfide alle quali potreste essere confrontati. Interrogate i nostri esperti.  

Ecco una selezione di domande alle quali i nostri esperti hanno risposto durante le passate edizioni. 

Domande e risposte degli esperti

Pianificazione familiare

«Ho 31 anni e nel novembre 2021 mi è stato diagnosticato un cancro del seno triplo negativo.
Attualmente sto facendo la chemioterapia, e poi mi sottoporrò all'intervento chirurgico e poi dalla radioterapia. Dopo il completamento della terapia acuta, segue un'immunoterapia di 6 mesi.
Prima dell'inizio della chemio mi sono stati prelevati e congelati degli ovuli per l'eventualità in cui non fosse più possibile averli dall'ovaio.
Quanto tempo si aspetta generalmente prima di avere figli? Dai medici si hanno informazioni non omogenee.
Vorrei parlare con altre pazienti con la stessa diagnosi sul tema del desiderio di un figlio.
Credo che anche la Lega contro il cancro possa stabilire tali contatti …»
— Domanda di Neelie19 (19 aprile 2022)­

Dr. med. Rebecca Moffat:

La questione di quando - da un punto di vista medico - può essere realizzato il desiderio di avere un figlio, deve essere valutata su base individuale. È indispensabile una stretta collaborazione tra l'oncologo e il ginecologo. In base alle Sue informazioni posso darle solo informazioni non vincolanti sull'orizzonte temporale. Idealmente, per una gravidanza si dovrebbe aspettare la conclusione del trattamento, al più presto comunque

  • 2 anni dopo la diagnosi, perché nei primi due anni il rischio di recidiva è più alto,
  • 6 mesi dopo la fine della chemioterapia,
  • al più presto 5 mesi dopo il completamento dell'immunoterapia.

Ben tre quarti delle donne colpite desiderano avere figli. Per avere possibilità di scambio con altre donne che hanno avuto la diagnosi di cancro del seno sul desiderio di avere figli Le consiglio di pubblicare un contributo sul forumcancro e partecipare alle attività e agli incontri di Anna dai capeli cortiAutoaiuto Svizzera riunisce le persone che hanno interessi comuni. La Lega contro il cancro della Sua regione La informa volentieri sulle offerte nella Sua zona.

«Buongiorno
Mio marito ha un cancro colorettale e viene trattato con un'infusione di oxaliplatino seguita da 14 giorni di Xeloda. Tra una serie di applicazioni e l’altra ha 7 giorni di pausa.
Mi domando: come bisogna comportarsi con la contraccezione? Vi sono tracce di questi farmaci nello sperma e possono influenzare la mia fertilità?»
— Domanda di Indigo85 (29 aprile 2022)

Dr. med. Rebecca Moffat:

La chemioterapia con oxaliplatino e capecitabina (Xeloda) ha un effetto diretto sulla fertilità di suo marito. I farmaci chemioterapici hanno un effetto gonadotossico e genotossico: possono influire sulla produzione di cellule spermatiche e possono causare cambiamenti nel materiale genetico delle cellule spermatiche, che a sua volta può portare a malformazioni e disturbi del materiale genetico dell'embrione. Per questo motivo ai pazienti maschi sottoposti a chemioterapia si consiglia di non generare figli durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento. In questo periodo è importante che entrambi utilizzino un metodo contraccettivo sicuro. Dopo il completamento di questa chemioterapia (oxaliplatino e capecitabina), il tessuto testicolare di solito si riprende e produce nuovamente cellule spermatiche sane, il che richiede circa sei mesi.

Residui di chemioterapia: Quando si effettua una chemioterapia, nelle secrezioni e nelle mucose si trovano tracce di farmaci. Queste tracce a loro volta possono irritare le mucose della partner sessuale. Perciò è sensato usare il preservativo durante la chemioterapia e per circa due settimane dopo il suo completamento, durante i rapporti sessuali e il sesso orale.
Lei e il Suo partner potete chiedere consiglio su questi temi alla Sua équipe curante, in base alla vostra situazione.

A seconda della situazione, possono essere proposte diverse misure per proteggere la fertilità. Per questo motivo si raccomanda una consulenza.
FertiSave è una rete della Società svizzera di medicina della riproduzione per la garanzia della qualità di misure per la conservazione della fertilità nelle donne e negli uomini ammalati di cancro. Sul sito Internet c’è un elenco con i recapiti dei centri FertiSave a cui le persone interessate possono rivolgersi.

La vicinanza, le attenzioni, l'affetto, la tenerezza, gli abbracci e le attività sessuali sono una risorsa preziosa per molte persone. Auguro a Lei e al Suo partner molto piacere e gioia nella vostra vicinanza fisico-sensuale e il coraggio di parlare della vostra comune sessualità sotto l'influsso della terapia.

Carico emotivo

«Otto anni fa (avevo 32 anni) ho ricevuto la diagnosi di cancro dell'ovaio. All'epoca mio marito ed io stavamo cercando di creare una famiglia. A causa dell'asportazione chirurgica totale e del successivo trattamento, il nostro desiderio di avere figli non si è realizzato. Inizialmente ci siamo rassegnati e nei primi anni l’argomento non era più così presente, poiché ero più preoccupata di me stessa, della chemio e del processo di guarigione.
Da qualche tempo, però, sento una profonda tristezza quando vedo che vicino a me c’è una donna incinta o quando entro in contatto diretto con neonati o bambini piccoli. Tuttavia per me/noi l'adozione è fuori questione.
Certamente mio marito ed io siamo felici che io sia ancora viva, ma troviamo molto difficile accettare di vivere senza figli nostri.»
— Domanda di Tikara82 (26 aprile 2022)­

Dr. phil. Katrin Endtner, psicoterapeuta:

Trovo molto toccante la precisione con cui riesce a descrivere la Sua situazione e i Suoi sentimenti. In seguito al cancro avete dovuto rinunciare al desiderio di avere figli. È una situazione totalmente diversa rispetto ad una decisione volontaria, sia individualmente che come coppia.

Questo significa che Lei e Suo marito dovete attraversare un doloroso processo di lutto, la cui portata è appena visibile agli altri. È utile che vi prendiate tempo e spazio per questo processo, sia individualmente che come coppia. Ognuno elabora il lutto con modalità e tempi soggettivi: quindi, è bene che Lei si ascolti e senta di cosa ha bisogno in termini di tempo e sostegno.

Come coppia, vorrei raccomandarvi una consulenza professionale per aiutarvi ad affrontare il vostro dolore. Non voglio togliere nulla alle vostre capacità, al contrario: mi sembra che abbiate moltissime risorse! Tuttavia, l'accompagnamento professionale da parte di una persona che ha familiarità con l'argomento può portare nuove prospettive e punti di vista esterni, che potreste non essere in grado di vedere da soli perché troppo coinvolti nella situazione.

Perciò allego un elenco di psicoterapeute e psicoterapeuti e vi auguro tante buone cose e tanta energia per questo percorso.

 

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