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Alimentazione e cancro

Gli esperti rispondono

Perché quando si trovano risposte è tutto più facile. 
Che cosa avreste sempre voluto sapere? 

Dieta, aumento o perdita di peso indesiderati, integratori alimentari, alimentazione artificiale, alterazioni gustative e olfattive, secchezza della bocca, infiammazione delle mucose orali, disturbi della deglutizione, nausea e vomito, perdita dell’appetito, diarrea, stitichezza, flatulenza, disidratazione...  tutte sfide alle quali potreste essere confrontati. Interrogate i nostri esperti.  

Ecco una selezione di domande alle quali i nostri esperti hanno risposto durante le passate edizioni. 

Domande e risposte degli esperti

Alimentazione e suo influsso sul rischio di cancro

«Buongiorno,
mi interesso al tema dell’alimentazione sana già da parecchio tempo. Soprattutto a proposito della carne. Leggo articoli e studi riguardanti entrambe le posizioni, pro e contro la carne. Da uno studio di Harward ho appreso che il consumo quotidiano di carne aumenta del 18% il rischio di contrarre un tumore. Cosa ne pensa la Lega contro il cancro? E cosa consiglia a proposito degli altri prodotti d’origine animale, come le uova, il latte ecc. Sono sicuro che comprenderete i miei dubbi e le mie incertezze sull’argomento. Vi sono grato per una risposta.»
— Domanda di Thierry50 (25 gennaio 2021)­

Kerstin Zuk, specialista in nutrizione della Lega svizzera contro il cancro:

Buongiorno,
La ringrazio per il Suo interesse verso il tema nutrizione e prevenzione del cancro.
Lei ha ragione sul fatto che una dieta ricca di carne e insaccati può accrescere il rischio di cancro, specialmente quello del colon. Le prove scientifiche riguardano soprattutto gli insaccati.
La carne è una buona fonte di proteine e contiene anche importanti minerali e vitamine, come ad esempio la vitamina B12. Chi vuole mangiare carne, può quindi farlo a piccole dosi.

Sul nostro sito Internet, nell’ambito della piramide alimentare svizzera, raccomandiamo di mangiare una porzione al giorno di alimenti ricchi di proteine, come carne, pesce, uova, legumi o tofu. Consigliamo, comunque, di cambiare le fonti di proteine ogni giorno.
Per un apporto proteico sufficiente, nella stessa rubrica consigliamo di assumere quotidianamente 3 porzioni di latticini. Questa quantità raccomandata si applica esclusivamente al latte e ai prodotti lattiero-caseari come formaggio, yogurt, ricotta ecc.

Anche nella rubrica «Fattori di rischio» ci occupiamo dell’argomento carne e segnaliamo il legame con il rischio di cancro: la carne dovrebbe essere consumata solo con moderazione e possibilmente si dovrebbero evitare gli insaccati. In concreto, raccomandiamo di limitare il consumo di carne a due o tre volte la settimana. Infatti, la maggior parte del cibo nel piatto dovrebbe consistere in alimenti d’origine vegetale.
La ringrazio per la Sua domanda e Le auguro buona salute.

«Buongiorno signora Zuk,
fortunatamente, non sono un’ammalata di cancro. Tuttavia, si continua a sentire il detto secondo cui “si è quel che si mangia” e che il sovrappeso può accrescere il rischio di tumore. Io sono sempre stata in sovrappeso durante tutta la mia vita e ciò non mi disturba, faccio molto movimento, faccio sport e mangio sano. Mangiare mi piace molto, ma quando leggo frasi come quella qui sopra, spesso mi viene di pensare a me stessa e mi chiedo se, qualora dovessi ammalarmi di cancro, dovrei incolpare me stessa?
Può dirmi qualcosa in merito? La ringrazio per la disponibilità. Cari saluti»
— Domanda di Lena (28 gennaio 2021)­

Kerstin Zuk, specialista in nutrizione della Lega svizzera contro il cancro:

Buon giorno Lena,
È bello che Lei si prenda cura della Sua salute facendo molto esercizio fisico e mangiando in modo sano.
Adesso, però, Lei si preoccupa del fatto che un peso corporeo eccessivo possa causare il cancro. Una malattia oncologica, però, non può essere ricondotta semplicemente a una singola causa. Sono molti e diversi i fattori che possono provocare un tumore. Il sovrappeso è solo uno dei fattori, oltre al fumo, alla mancanza di moto, all’inquinamento ambientale, ai raggi UV, a una cattiva alimentazione.

Il sovrappeso va anche sempre relativizzato. Una persona che ha un indice di massa corporea (BMI) di 27, che si muove molto e che fornisce all’organismo molti cereali integrali, vitamine e grassi sani può essere più in salute di una persona che ha 19 di BMI, ma che sta seduta tutto il giorno, beve alcolici regolarmente e mangia prevalentemente piatti pronti.

Anche i geni e il genere hanno un ruolo nello sviluppo di un tumore. Il cancro, quindi, non può essere mai escluso del tutto, ma per la propria salute si può fare molto.

L’importante è condurre uno stile di vita sano a lungo termine. Con le Sue attività sportive e la sua dieta salutare, Lei apporta già un prezioso contributo.
Trova maggiori informazioni su uno stile di vita sano nelle rubriche Prevenzione e diagnosi precoce e Alimentazione e cancro del sito Internet della Lega svizzera contro il cancro.
Le faccio i miei migliori auguri di buona salute.

«Buongiorno, a poche settimane dalla diagnosi, la prima cosa che ci è stata suggerita è quella di cambiare l'alimentazione e cominciare a seguire una dieta keto ad hoc dedicata ai pazienti con un cancro. La dieta è piuttosto radicale e monotona al punto.
Conferma questa raccomandazione? Quali sono i vostri suggerimenti in merito per rendere l'alimentazione equilibrata ma anche un piacere e non una ulteriore ‹punizione›? Grazie»
— Domanda di Martina (2 febbraio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

Buongiorno
In effetti una dieta chetogenica è molto rigida e unilaterale. Una limitazione del consumo di carboidrati a un massimo di 70 g al giorno richiede un cambiamento radicale delle abitudini alimentari.

La dieta chetogenica è divulgata tramite libri e siti web come soluzione per far morire di fame il cancro e quindi per guarire. Così facendo si suscitano speranze che la dieta chetogenica non potrà mai soddisfare. Finora la ricerca sull’essere umano non è ancora riuscita a dimostrare che una dieta chetogenica è in grado di guarire dal cancro o di influire positivamente sulla terapia oncologica. Sulla base delle conoscenze attuali non è lecito oggi consigliare una dieta chetogenica o povera di carboidrati alle persone malate di cancro come terapie parallela.

Piuttosto vale la pena soffermarsi sul tema della «dieta ricca di grassi e proteine». Molti malati di cancro perdono peso e massa muscolare perché il loro metabolismo è alterato. Queste persone hanno un fabbisogno maggiore di proteine e di calorie. È dimostrato che i pazienti che seguono una dieta che assicura loro un apporto adeguato di tutte le sostanze nutritive necessarie, di norma, subiscono meno effetti secondari e sopportano meglio la terapia. In caso di perdita di peso e di debolezza, si raccomanda ai pazienti oncologici di seguire un regime alimentare ricco di proteine e di grassi, ma in nessun caso una dieta chetogenica.
Per ulteriori informazioni può consultare il nostro sito alimentazione.legacancro.ch .

Se invece la persona malata di cancro sta relativamente «bene», considerate le circostanze, e se il suo peso è stabile, può seguire gli stessi consigli per una sana alimentazione che valgono per le persone sane che vogliono preservare la propria salute. Sul nostro sito spieghiamo in che cosa consiste un’alimentazione equilibrata. Inoltre può ordinare il nostro opuscolo intitolato Alimentazione equilibrata .

Auguro a Lei e alla Sua persona cara ogni bene e tanta forza.

«Sono incinta del mio secondo figlio e quando ho problemi digestivi bevo spesso tisana al finocchio. Gliela do anche al primo figlio (2 anni) quando ha le coliche. Mi è sempre stata consigliata e perciò non mi sono mai preoccupata. Adesso però ho visto il servizio della televisione svizzera tedesca: «Attenzione alla tisana al finocchio»
Il servizio mi ha inquietato, perché non sapevo che un componente del finocchio potesse avere un effetto cancerogeno. Devo passare all’infuso di camomilla, o che cosa consiglia lei?»
— Domanda di Jil (02. Mai 2024)­

Sabine Rohrmann, Prof. Dr. oec.troph

Lei si preoccupa perché in una trasmissione televisiva ha sentito che l’estragolo contenuto nel finocchio potrebbe essere cancerogeno. Un dettaglio importante è che quest’affermazione nel servizio televisivo si riferisce principalmente alla difficoltà di dosare questo ingrediente nella tisana. Quindi, non significa che si ammalerà di cancro perché in passato ha bevuto la tisana al finocchio.
Come misura precauzionale, alle donne incinte e che allattano e ai bambini fino ai quattro anni si raccomanda di non bere più tisana al finocchio né assumere prodotti contenenti estragolo, poiché la dose massima giornaliera consentita è molto difficile da controllare.
Ne parli con il Suo pediatra o con la Sua levatrice. Le potranno indicare altre tisane o tè adatti e con un effetto positivo sui disturbi digestivi e sulle coliche infantili. Alcune farmacie producono le proprie miscele di tè e dispongono delle conoscenze specialistiche per consigliarla in modo competente. Nel sito web della Federazione svizzera delle levatrici trova ulteriori informazioni su questo tema.

« Ho letto che i mirtilli possono arrestare la progressione del cancro. Ne ho mangiati molti e il mio linfoma è regredito del 70 % solo con cortisone senza chemioterapia. Crede che c’entrino i mirtilli? Sembrerebbe anche che il cassis sia una specie di cortisone naturale. Che ne pensa? »
— Domanda di S. (08. Mai 2024)­

Sabine Rohrmann, Prof. Dr. oec.troph

Buongiorno S. e grazie delle Sue domande.
Le conoscenze scientifiche attuali non consentono di darle una risposta chiara sull’eventuale ruolo dei mirtilli nella regressione del Suo linfoma. Potrebbero aver contribuito ma, anche se fosse, in proporzione minima rispetto all’effetto del cortisone.
I mirtilli contengono grandi quantità di antociani, coloranti naturali con effetti antiossidanti che si possono ritrovare anche in altri frutti e in diverse piante. Gli antociani fanno quindi parte delle cosiddette «sostanze vegetali secondarie». Sono oggetto di ricerca da numerosi anni. In effetti è stato osservato che nei popoli che consumano regolarmente prodotti antiossidanti si riduce il rischio di malattie cardiovascolari e di alcune forme di cancro. Tuttavia, questo fenomeno potrebbe essere causato da molti altri fattori. Riguardo specificatamente agli antociani, sono stati pubblicati studi sperimentali secondo i quali potrebbero (il condizionale è d’obbligo) diminuire il rischio di comparsa di determinati tumori. Tuttavia non esistono ancora studi concreti sugli esseri umani. Bisogna anche tenere conto che le persone che consumano numerosi alimenti ricchi di antociani assumono automaticamente anche altre sostanze vegetali secondarie potenzialmente benefiche contro il cancro.
Riguardo al cassis, no, non può essere considerato un cortisone naturale. I corticosteroidi sono ormoni naturali del nostro corpo che possono essere prodotti anche sinteticamente. Il cassis, soprattutto le foglie, ha alcuni effetti simili ai corticosteroidi, come un’attività antinfiammatoria, ma si tratta di un effetto nettamente più limitato rispetto a quello del cortisone. L’Agenzia europea per i medicinali EMA, nella sua scheda su Ribes nigrum (foglie di cassis) lo descrive come un «trattamento tradizionale» per lievi dolori articolari o come trattamento complementare per lievi infezioni urinarie. In ogni modo, non esistono prove scientifiche convincenti. In generale, alle persone affette da un cancro si raccomanda di seguire un’alimentazione equilibrata e variata. I mirtilli e il ribes fanno bene alla salute, ma si può tranquillamente mangiare molta altra frutta e verdura.

Alimentazione durante/dopo la terapia

«Buongiorno
ho il cancro del seno e attualmente sto facendo la chemioterapia. Il più delle volte i giorni che seguono la chemio ho una forte nausea e non riesco a mangiare quasi niente. Una conoscente mi ha detto che potrei digiunare prima, durante o dopo la chemioterapia.
Che cosa ne pensa? Ha senso farlo e se sì, quando è il momento migliore per digiunare? Aggiungo però che per il personale curante è molto importante che io non perda peso.
La ringrazio vivamente della risposta. Cari saluti»
— Domanda di Manu (27 gennaio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

Salve Manu
ci sono diversi modelli di digiuno intermittente: non si mangia niente tra le 24 e le 48 ore prima e fino a 48 ore dopo la chemioterapia. In alcune varianti sono ammessi succhi vegetali e brodo.
Si pensa che il digiuno intermittente possa ridurre i potenziali effetti collaterali della chemioterapia e migliorare il benessere generale. Tuttavia i risultati di cui disponiamo sono basati su studi su animali e su studi umani con un numero esiguo di partecipanti. Pertanto, non si è ancora scoperto esattamente quali periodi di digiuno (24, 48 o 72 ore) e quali fasi (quanto tempo prima e quanto tempo dopo la chemioterapia) siano realmente efficaci.

Se vuole provare il digiuno intermittente, dovrebbe parlarne con la Sua équipe curante. Il digiuno intermittente deve essere svolto sempre sotto stretto controllo medico, poiché le fasi di digiuno possono avere un'influenza sulla dose e sull'effetto della chemioterapia e/o degli altri farmaci assunti. Inoltre, ci sono vari indicatori, come il basso peso corporeo o certi parametri del sangue, in presenza dei quali il digiuno intermittente andrebbe evitato.
La Sua équipe curante può valutare se il digiuno intermittente ha senso per Lei o se ci sono motivi per cui è sconsigliato.

È giusto che il personale curante consideri molto importante la stabilità del peso corporeo.
Cordiali saluti

«Buongiorno, posso bere vino nel weekend, se durante la settimana bevo soltanto acqua? Prendo Femara da tre anni. Grazie.»

— Domanda di Bridget (10 febbraio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

Salve Bridget
Dopo aver consultato un'esperta di cancro del seno, posso dirle che non c'è interazione con l'alcol in caso di assunzione di Femara.

In generale le bevande alcoliche vanno bevute con moderazione. Sul nostro sito web raccomandiamo di non bere bevande alcoliche o di berne poche perché consumando regolarmente o quotidianamente alcol è più probabile che insorga il cancro. Tuttavia una volta ogni tanto si può bere una birra o un bicchiere di vino o di spumante.

Lei fa molto bene a dissetarsi con l'acqua: così nel weekend può godersi tranquillamente un bicchiere di vino.
Cordiali saluti

«Buongiorno, quali ‹vantaggi› (meno ormoni o antibiotici) ha il latte A2 in caso di cancro? Grazie»

— Domanda di Fabiola (15 febbraio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

Buongiorno Fabiola,
il latte A2 non è caratterizzato dalla concentrazione di ormoni o antibiotici (che dipendono dall'allevamento), ma dalla struttura delle sue proteine.

Nel latte A2, la proteina beta-caseina contiene l'aminoacido prolina invece dell’aminoacido istidina. La scomposizione della prolina nell’intestino produce una sostanza proteica speciale che in teoria dovrebbe essere più digeribile.
Inoltre, alcuni sostengono che grazie a ciò si ridurrebbe lo sviluppo di malattie croniche come diabete di tipo 1, malattie cardiovascolari e neurologiche.
Tuttavia nulla di tutto questo è stato dimostrato scientificamente. Non esistono nemmeno studi che indichino che il consumo di latte A2 riduca il rischio di cancro.

Nello stesso tempo non esistono studi robusti che siano riusciti a mostrare che un consumo moderato di latte normale – ossia il latte A1 – aumenti il rischio di cancro. Le quantità di latte raccomandate nella piramide alimentare si sono dimostrate finora sicure.

Infine, la causa di un cancro non è mai riconducibile a un solo alimento. L’aspetto rilevante è l’alimentazione nel suo insieme e lo stile di vita. Pertanto, oltre a un consumo moderato di latte, è consigliabile mangiare molta frutta e verdura, prodotti integrali, grassi sani e poco o zero alcol. Un’alimentazione sana è varia e variopinta.
Cordiali saluti

«Buongiorno,
mio marito è reduce da un’operazione per un cancro all’esofago ed ora mi faccio un sacco di domande su quello che può mangiare e bere. Ad esempio, può ancora bere dell’acqua gasata? Cosa dovrei cucinare di preferenza, oltre a purea di patate e minestre? Può ancora mangiare della frutta?»

— Domanda di Kira (16 febbraio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

In caso di disturbi alla gola e problemi di deglutizione, l’importante è consumare possibilmente cibi e pasti morbidi, frullati, schiacciati e sminuzzati. La quantità di cibo sminuzzato dipende da com’è andata l’operazione, se sono previste ulteriori terapie (p. es. radioterapia) e se ora Suo marito riesce a deglutire bene.

Tra i piatti forti, zuppe e purea di patate sono i classici consigliati. Per variare, può servirsi di diversi tipi di verdure, come sedano, piselli, carote, patate dolci, ecc. Eventualmente può anche variarne un po’ la consistenza, schiacciando le verdure semplicemente con la forchetta invece di frullarle completamente. Probabilmente, Suo marito riesce a mangiare anche delle morbide uova strapazzate, del pesce delicato o della carne macinata.

Per quanto riguarda i dolci, ci sono ovviamente delle varianti possibili, come il budino di semolino o quello normale, lo yogurt, la crema di quark, il tiramisù, il gelato ecc. Può anche preparare dei frappè guarniti con panna o yogurt greco ed eventualmente anche con frutta, purché non siano troppo acidi e non provochino dolori alla gola.

La Sua domanda sulla frutta diventa rilevante nel caso in cui le mucose della bocca siano infiammate. Allora si dovrebbero limitare, o evitare completamente, non solo i frutti acidi ma anche tutti gli alimenti che contengono acidità, come i pomodori, l’aceto, le bevande gasate ecc. Tra i frutti, sono relativamente ben tollerati le banane, le pere, i meloni e le fragole, ma anche i manghi, le pesche e i mirtilli a patto che siano maturi.

Si tratta davvero di fare la prova di cosa fa bene a Suo marito e di quali alimenti può cibarsi e in quale forma. La tolleranza ai singoli alimenti può continuare a cambiare a seconda della fase della terapia.
Se Suo marito non può più rifornirsi di energia a sufficienza a causa dei problemi di deglutizione, dovrebbe parlarne all’équipe curante per cercare cause e soluzioni.
Cordiali saluti

«Attualmente sono in chemioterapia per un tumore alla prostata: cosa posso cucinare che non mi gonfi troppo? Ho una grossa pressione all’addome superiore con flatulenza. Grazie per i Suoi consigli.»

— Domanda di Andi (16 febbraio 2021)

Kerstin Zuk, specialista alimentazione della Lega svizzera contro il cancro:

Se soffre di una forte flatulenza, dovrebbe innanzitutto ridurre, o evitare, i cibi che la provocano. Tra questi ci sono i legumi, i vari tipi di cavolo, aglio e cipolle, porri, peperoni, funghi e prodotti integrali.
Tuttavia, è anche possibile che un intestino indebolito dalla terapia non sia più in grado di processare gli alimenti ricchi di amido come patate e banane. In alcune persone la terapia sviluppa anche un’intolleranza al lattosio (latte, ricotta, yogurt) e/o al fruttosio (frutta, succhi di frutta). Se nota che questi alimenti Le provocano disturbi, può evitarli oppure sostituirli con cibi senza lattosio o a basso contenuto di fruttosio.

Le (in)tolleranze si possono scoprire facilmente se non si mischiano troppi alimenti durante i pasti. Un diario alimentare può esserle utile per determinare possibili connessioni.
Alcuni pazienti notano che mangiare lentamente o più volte a piccole dosi allevia un po’ i disturbi. L’aria ingerita, ma anche l’aria contenuta nelle bevande gasate, può contribuire a provocare dolori indesiderati nell’intestino. Provi quindi se le bevande senza anidride carbonica le alleviano i disagi.

Esistono dunque diversi approcci per contrastare la flatulenza. Se, tuttavia, i disturbi gravi sono provocati dalla terapia, flatulenza e pressione nell’addome possono migliorare solo leggermente tramite una dieta. Se non riconosce alcun collegamento causale, può reintegrare nel Suo piano alimentare i cibi cui ha rinunciato e cucinare qualsiasi cosa di cui ha voglia. È importante che durante questo periodo particolarmente stressante, il cibo non diventi un’ulteriore fonte di stress e che mangiare possa essere un godimento.
Mi auguro che queste informazioni possano esserle d’aiuto.

15 giorni fa mi hanno operata per un cancro del colon ascendente a destra e mi hanno asportato anche una porzione dell’intestino tenue (ileo).
Il trattamento che mi è stato prescritto: Imodium 3x/giorno e Quantalan 2x/giorno non mi libera dagli attacchi improvvisi di diarrea, circa 4 o 5 al giorno, con feci il mattino poco formate, il pomeriggio e la sera ancora liquide.
Ho l’impressione che non ci sia nessun miglioramento da una settimana, sebbene ora riesca di nuovo ad alimentarmi normalmente.
Mi piacerebbe sapere cosa potrei cambiare nella mia alimentazione per riacquistare un’attività intestinale normale.
In alternativa, potrei ricorrere a:

  • un trattamento con argilla?
  • probiotici per ricostituire la flora intestinale?

Grazie in anticipo per la risposta.

— Domanda deCat.mai  (10. April 2024)

Farnaz Ghaffari, specialista in alimentazione e dietista ASDD

Buongiorno Cat.mai,
come probabilmente Le è stato detto dopo l’operazione, può tornare a mangiare come prima dell’operazione. Nella maggior parte dei casi, l’intervento sull’intestino provoca i sintomi che ha descritto. La diarrea può durare a lungo. In generale, solo dopo alcuni mesi le feci tornano «normali». Di conseguenza, in questo periodo complicato la Sua migliore alleata è la pazienza.

Riguardo all’alimentazione, in questo periodo sarebbe opportuno privilegiare un’alimentazione ricca di proteine e calorie ma povera di fibre, perché favorisce la cicatrizzazione della ferita chirurgica e permette di mantenere un apporto sufficiente di calorie, evitando alimenti che stimolano il transito intestinale.

Misure contro la diarrea:

  • bere almeno 2 litri di liquidi al giorno per compensare le perdite;
  • le bevande appropriate sono acqua, brodo, tè nero, tisane, succo di mirtilli;
  • ridurre la frutta fresca e le insalate;
  • evitare alcol e caffè;
  • evitare edulcoranti artificiali come sorbitolo, xilitolo e mannitolo, perché possono avere un effetto lassativo;
  • alimenti appropriati contro la diarrea sono banane, carote cotte, riso, patate, yogurt naturale;
  • consigli per la preparazione: meglio cucinare al vapore, in acqua o a fuoco lento (stufati).

I probiotici possono favorire lo sviluppo della flora intestinale, ma non servono a combattere la diarrea. Prima di assumere probiotici è meglio che ne discuta con il Suo medico curante.

«Cari esperti,
il 28 marzo mi è stato diagnosticato un glioblastoma di grado 4, non metilato. Il tumore è stato asportato con successo. Ho appena iniziato la radio- e chemioterapia. In più partecipo a uno studio clinico. Lo studio a Zurigo si chiama GlioSun. Ho 44 anni, ho due figli piccoli e finora ho lavorato all’80 %. In altre parole, ho una vita attiva. Finora non ho ricevuto raccomandazioni dai miei medici riguardo a diete o alimentazioni speciali. Qual è l’alimentazione migliore per me? Durante la chemioterapia e anche in seguito come terapia di mantenimento? Esistono preparati di medicina alternativa che potrebbero servirmi?»
— Domanda di Gypsy (07. Mai 2024)

Farnaz Ghaffari, nutrizionista e dietista ASDD
Buongiorno Gypsy,
cucinare e mangiare devono essere soprattutto un piacere. Quello che Le consiglio è di assecondare i Suoi gusti. Anche perché durante una terapia contro il cancro spesso l’appetito è compromesso e con alcuni medicamenti orali bisogna osservare avvertenze importanti. Per esempio, il Temodal (usato nello studio GlioSun) deve essere assunto a digiuno, vale a dire, un’ora prima o due ore dopo un pasto. Nella scheda informativa sul Temodal trova informazioni importanti.
Esistono raccomandazioni generali per un’alimentazione sana, però possono differenziarsi in caso di cancro. Pertanto è opportuno che discuta con la Sua équipe curante sugli aspetti di cui tenere conto nell’alimentazione. Può essere utile parlare anche con il dietista del reparto di oncologia. Le associazioni professionali nel complesso raccomandano un’alimentazione ricca di grassi e proteine per le persone affette da un cancro. Il fabbisogno di energia e sostanze nutritive è stabilito individualmente e dipende dal peso, dallo stato nutrizionale, dal tipo di malattia e dal tipo di terapia. Le associazioni professionali sconsigliano esplicitamente le cosiddette «diete anticancro», poiché comportano un’alimentazione monotona e di conseguenza una carenza di sostanze nutritive. Le raccomando la lettura degli opuscoli della Lega svizzera contro il cancro su questo tema: «Alimentazione e cancro» e «Alimentazione equilibrata». Negli opuscoli viene spiegato com’è composta un’alimentazione sana e quali sono gli aspetti alimentari influenti.
Per un trattamento di medicina complementare in parallelo con la terapia antitumorale o immediatamente successivo, Le consiglio di prendere appuntamento presso l’Istituto di medicina complementare e integrativa dell’Ospedale universitario di Zurigo, dove ha la possibilità di ricevere una consulenza individuale e consona alla Sua terapia.

«Buongiorno, è possibile che la cachessia refrattaria sia dovuta alla tossicità della radioterapia o è certamente un segnale di malattia che avanza? Il tumore era diminuito di un cm al termine della radioterapia a fine dicembre e mia madre stava meglio ma poi da fine gennaio ha iniziato a dimagrire e al successivo controllo di fine febbraio il tumore era aumentato di 1 cm ma all’interno risultava tutto materiale necrotico e attivo solo a livello periferico. Se la necrosi fosse da radioterapia come sospettano i medico tuttavia non si spiegherebbe la cachessia giusto? Perciò può essere solo il tumore che avanza, ritenete corretta questa ipotesi? Esistono dei rimedi che si possono attuare a casa per evitare di perdere peso? Grazie»
— Domanda di Martina (2. Februar 2021)

Farnaz Ghaffari,  specialista in alimentazione e dietista ASDD

Le ragioni per cui le persone affette da cancro possono perdere peso sono molteplici. La perdita di peso è spesso il risultato di alcuni effetti collaterali del trattamento, ma può anche essere causata dal cancro stesso.
I trattamenti antitumorali possono causare effetti collaterali che influiscono sull'appetito o sulla capacità di mangiare. Questi includono nausea e vomito, difficoltà di masticazione e deglutizione, costipazione o diarrea, ansia o depressione.
Il cancro può modificare il modo in cui l'organismo utilizza i nutrienti e accelerare il metabolismo. Questo può portare a una perdita significativa di grasso corporeo e di massa muscolare, nota come cachessia da cancro o sindrome cachettica. La cachessia da cancro è più comune quando il tumore è in fase avanzata.
Gestire la perdita di peso involontaria può essere una sfida sia per la paziente stessa sia per i suoi familiari.
Sua madre ha perso molto peso, ne parli con il suo medico . Potrebbe essere indirizzata a una dietologa o a un dietologo per contrastare la perdita di peso e garantire un apporto sufficiente di sostanze nutritive.
Una volta che l'équipe sanitaria avrà individuato la causa della perdita di peso, potrà suggerirvi come gestirla. Ecco alcuni consigli che possono aiutare a riprendere peso:

  • Mangiare più spesso durante la giornata. Per esempio, invece di fare 3 pasti abbondanti al giorno, consumare 5-6 spuntini ripartiti sull’arco della giornata.
  • Bere bevande ad alto contenuto calorico come shakes proteici o integratori alimentari liquidi.
  • Consumare alimenti ricchi di calorie, proteine e grassi, come formaggio, yogurt, ricotta, avocado, crema di noci e noci. Affinare le minestre e le salse con burro, panna, olio o polveri proteiche.
  • Bere liquidi tra un pasto e l'altro invece che durante i pasti, in modo da non riempire lo stomaco mentre si mangia.
  • Evitare gli alimenti che possono causare gonfiore, come fagioli, broccoli, mais, cavoli e cavolfiori. Anche le bevande gassate e le gomme da masticare possono causare gonfiore e vanno evitate.
  • Chiedere all'équipe sanitaria di essere indirizzati a una dietologa o a un dietologo.

Interazione tra chemioterapia e alimentazione

Buongiorno,
ho un linfoma non Hodgkin dei linfociti B e per questo riceverò una chemioterapia endovenosa R-mini-CHOP. Il mio oncologo mi ha detto che durante la chemioterapia non posso mangiare pompelmi. Ci sono altri alimenti, ad esempio altri agrumi, che potrebbero interagire con la chemioterapia o a cui dovrei prestare attenzione in questo periodo?
— Domanda di von R. (2. Mai 2024)

Farnaz Ghaffari, nutrizionista e dietista ASDD
Buongiorno R,
poiché il Suo oncologo Le ha detto che durante la chemioterapia non può mangiare pompelmi, chiede se ci siano altri alimenti o bevande che debbano essere evitati.
Un ingrediente naturale che interagisce con la Sua chemioterapia e in particolare con la doxorubicina, contenuta nello schema R-mini-CHOP, è presente in quantità problematiche solo nel pompelmo e nel pomelo. Il pompelmo contiene molte furocumarine, che inattivano l’enzima CYP3A4 e di conseguenza provocano un aumento indesiderato dell’effetto della chemioterapia. Pertanto è proibito consumare sia i frutti sia il succo di pompelmo e pomelo durante il trattamento, mentre gli altri agrumi sono permessi.
Prima di assumere integratori alimentari o medicamenti senza ricetta, come ad esempio rimedi omeopatici o vegetali, deve discuterne con il Suo oncologo, al fine di evitare possibili interazioni.
Riguardo all’alimentazione durante il trattamento, dovrebbe rinunciare all’alcol, poiché il suo consumo in parallelo con la chemioterapia può aumentare il rischio di infiammazioni della mucosa orale.
Se dovessero comparire effetti indesiderati come stitichezza, diarrea, nausea o perdita di peso, ne parli con la Sua équipe curante medica-oncologica. Possono prescriverle dei medicamenti adatti per ridurre questi effetti collaterali. Inoltre, molti effetti indesiderati possono essere alleviati con raccomandazioni alimentari specifiche. Soprattutto durante la terapia è importante un’alimentazione equilibrata e adattata alla Sue esigenze. Un dietista può esserle d’aiuto.

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