Il trattamento del tumore al rene prevede diverse terapie nel tempo. Le più comuni sono la chirurgia, il trattamento con calore o freddo e le terapie farmacologiche.
Esistono diverse opzioni di trattamento per il tumore al rene. L’équipe curante di solito combina più terapie tra loro o le somministra una dopo l’altra. Le singole terapie vengono spiegate brevemente nelle sezioni seguenti.
Sorveglianza attiva
In alcuni casi, pur avendo un tumore al rene, può aspettare prima di iniziare il trattamento. Tuttavia, deve sottoporsi a dei controlli regolari. Questa procedura è nota come sorveglianza attiva.
Se invece la malattia peggiora, il trattamento diventa necessario.
La sorveglianza attiva può essere utile nelle seguenti situazioni:
il tumore è in fase iniziale e Lei sta bene. Il cancro ha un diametro inferiore a quattro centimetri;
il rischio che le metastasi si diffondano rapidamente è basso;
Lei è molto debole e ha altre gravi malattie.
Intervento chirurgico (nefrectomia)
Durante la nefrectomia, l’urologo rimuove la parte di rene colpita dal tumore. In alcuni casi, è necessario asportare l’intero organo.
Dovrà rimanere in ospedale per una o due settimane dopo l’intervento. Se le ferite guariscono bene, l’asportazione di un rene o di una ghiandola surrenale non crea problemi. In genere, non ci sono limitazioni al lavoro o allo sport.
In una nefrectomia parziale, l’urologo rimuove solo le parti del rene interessate dal tumore.
A volte, l’urologo deve asportare tutto il rene colpito dal tumore. Questa procedura è chiamata nefrectomia radicale. Durante l’intervento, il medico rimuove anche il tessuto adiposo intorno al rene e la fascia di Gerota. Se necessario, rimuove anche la ghiandola surrenale e i linfonodi vicini.
L’urologo può fare incisioni in punti diversi per raggiungere il rene. L’accesso dipende dalla posizione e dalla grandezza del tumore.
Per una nefrectomia radicale, l'urologo di solito pratica un’incisione sul fianco o tra le costole. Per tumori grandi o estesi, l’incisione viene fatta lungo il torace.
Nei centri specializzati, la nefrectomia viene spesso eseguita in laparoscopia. L’urologo pratica piccole incisioni nell’addome per inserire una videocamera e gli strumenti chirurgici. In alcuni casi, può utilizzare una console per la laparoscopia robotica. Questa tecnica è minimamente invasiva.
Dopo una nefrectomia, potrebbero verificarsi infezioni o emorragie interne. A volte, l’intestino diventa temporaneamente più lento, causando difficoltà nella digestione.
Dopo una nefrectomia possono verificarsi i seguenti disturbi:
dolori o intorpidimento perché i nervi della pelle sono stati recisi;
Ernia addominale dovuta a punti deboli nell’area delle cicatrici;
formazione di fistole urinarie: si verificano quando si creano passaggi anomali che permettono all'urina di fuoriuscire verso l'esterno del corpo;
compromissione temporanea della funzione renale.
Dopo l'asportazione parziale di un rene, il rene rimanente o quello sano compensa la funzione renale persa. Tuttavia, è importante monitorare regolarmente la funzionalità del rene (o dei reni) residuo.
Per supportare la funzione renale:
beva abbodantemente;
controlli regolarmente la pressione arteriosa;
segua una dieta povera di sale e ricca di fibre;
si muova a sufficienza;
eviti bevande alcoliche e di fumare.
Se una ghiandola surrenale è stata rimossa con il rene, di solito non è necessario assumere ormoni. L’altra ghiandola surrenale compensa la produzione ormonale.
Embolizzazione
Il radiologo utilizza l’embolizzazione per bloccare l’afflusso di sangue al tumore del rene. Dovrà recarsi in ospedale per sottoporsi a questa procedura.
Le verrà somministrata un'anestesia locale, così non sentirà dolore. Il radiologo inserisce un catetere nell’arteria inguinale e lo spinge fino all'arteria renale. Successivamente, inserisce un materiale speciale, come una spugna, un adesivo per tessuti o piccole perline, per bloccare il vaso sanguigno. Durante la procedura, vengono fatte radiografie per controllare la posizione del catetere.
Nel caso di tumori renali di grandi dimensioni, c'è il rischio di sanguinamento significativo durante l'intervento. Per ridurre questo rischio, il radiologo esegue un’embolizzazione.
Se non è possibile un intervento chirurgico o se il tumore al rene è già avanzato, l’embolizzazione può essere una soluzione. Questa procedura può rallentare la crescita del tumore o alleviare i Suoi sintomi.
No, l’embolizzazione non cura il tumore al rene. Riducendo l'apporto di sangue, il tumore smette di crescere e, in alcuni casi, può anche diminuire di dimensioni.
Purtroppo, con il tempo, il tumore può sviluppare nuovi vasi sanguigni per nutrirsi. Di conseguenza, a un certo punto, ricomincia a crescere.
Trattamenti termici
I tumori del rene o le metastasi possono essere trattati con il calore. I tumori renali più piccoli vengono «cotti» dal calore. Il corpo poi distrugge il tessuto danneggiato. Successivamente, il tessuto danneggiato viene sostituito con tessuto cicatriziale.
Nella RFA, il calore viene generato tramite elettricità. Il medico utilizza una sonda a forma di ago per applicare il calore al tumore. La sonda viene inserita attraverso la parete addominale per raggiungere la zona tumorale.
Prima dell’intervento, Le verrà somministrato un anestetico locale o un’anestesia generale, in modo che non avverta alcun dolore. Dovrà quindi recarsi in ospedale per la terapia.
Esistono anche trattamenti termici con laser, microonde o ultrasuoni ad alta intensità. Tuttavia, sono meno comuni.
Gli effetti collaterali più comuni della RFA sono: dolore nell’area trattata e formicolio della pelle. Possono anche verificarsi sanguinamenti o lesioni ai tessuti vicini. Il personale curante Le dirà a quali effetti collaterali prestare attenzione.
Trattamenti con il freddo (crioterapia)
Il medico inserisce una sonda a forma di ago per applicare il freddo al tumore attraverso la parete addominale. Dopo il congelamento, la sonda si riscalda e il tessuto si scongela lentamente. Questo processo alternato di congelamento e scongelamento forma cristalli di ghiaccio nel tumore, danneggiando le cellule.
Prima dell’intervento, Le verrà somministrato un anestetico locale o un’anestesia generale, in modo che non avverta alcun dolore. Dovrà quindi recarsi in ospedale per la terapia.
La crioterapia non è così diffusa come l’ablazione termica mediante radiofrequenza. Il personale curante Le dirà a quali effetti collaterali deve prestare attenzione.
Immunoterapie
Un sistema immunitario sano riconosce ed elimina gli intrusi (virus, batteri o funghi). Le cellule tumorali, però, somigliano molto a quelle sane. Per questo motivo, il corpo di solito non le riconosce come estranee. Nell’immunoterapia, i medicinali aiutano il sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali e a combatterle.
Nel cancro del rene, talvolta vengono combinate due immunoterapie o un’immunoterapia e una terapia mirata.
L’immunoterapia provoca a volte delle infiammazioni nel corpo. Queste colpiscono diversi organi. I pazienti con tumore al rene mostrano spesso alcuni sintomi. Tra questi: diarrea, eruzioni cutanee, tosse e molta stanchezza.
Le terapie mirate sono farmaci. Di solito vengono assunti sotto forma di compresse. Alcuni possono essere somministrati per via endovenosa o iniettati sotto la pelle.
I principi attivi delle terapie mirate rallentano la crescita delle cellule tumorali; a volte accelerano la loro morte. Alcuni farmaci stimolano il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. In questo modo, le cellule sane non vengono danneggiate.
Gli effetti collaterali più comuni riguardano la pelle, le mucose, il tratto gastrointestinale e la circolazione sanguigna:
ipertensione arteriosa;
aumento del rischio di infezione;
coagulazione del sangue alterata: se si ferisce, il sangue potrebbe sanguinare più abbondantemente e più a lungo di prima;
neuropatia periferica: danni ai nervi, che si manifestano con sintomi come formicolio, intorpidimento o dolore nelle mani e nei piedi;
mal di testa;
disturbi gastrointestinali (per es. nausea, vomito, stitichezza o diarrea);
La radioterapia danneggia le cellule tumorali, facendole morire. Nel caso del cancro al rene, viene principalmente utilizzata per trattare le metastasi.
Durante la radioterapia, dei raggi vengono indirizzati dall'esterno, attraversando la pelle. Vengono diretti verso il tumore, i linfonodi vicini o una metastasi. Prima del trattamento, l’area da trattare viene definita con precisione mediante una tomografia computerizzata. Poi, gli specialisti decidono la quantità di raggi da utilizzare.
La Sua dose totale di radiazioni non verrà somministrata tutta in una volta. Verrà invece distribuita in più sedute, nell’arco di alcune settimane. Le sedute si svolgono generalmente dal lunedì al venerdì.
Ogni seduta dura solo pochi minuti e non è dolorosa. Dato che la radioterapia avviene in regime ambulatoriale, al termine potrà tornare a casa.
Gli effetti collaterali che generalmente compaiono dopo la radioterapia sono:
secchezza o arrossamento della pelle irradiata;
infiammazione della mucosa intestinale, flatulenza o diarrea;
nausea (a seconda dell’area irradiata);
stanchezza.
Gli effetti collaterali dipendono dalla quantità di radiazioni impiegata e dall’area del corpo irradiata. Per maggiori informazioni si rivolga al personale curante.
Le terapie di medicina complementare possono migliorare il benessere generale durante il trattamento. Possono anche aiutare a ridurre gli effetti collaterali. Tuttavia, non curano la malattia.
Le cure palliative sono destinate alle persone con un cancro al rene in stadio avanzato o incurabile. Queste cure aiutano a rallentare la crescita del tumore. Alleviano anche il dolore e migliorano la qualità della vita.
Il Suo stato di salute e le Sue esigenze determinano il tipo di assistenza. Questa può essere a domicilio, con un servizio di cure infermieristiche e mediche domiciliari. In alternativa, può essere in un reparto di cure palliative in ospedale, in un hospice o in una casa di cura.
Si tratta di due documenti che vengono presi in considerazione solo se Lei è incapace di giudizio. Si è incapaci di giudizio quando non si riesce più a valutare le conseguenze delle proprie decisioni. Per redigere un mandato precauzionale o le direttive anticipate, è necessario essere capaci di giudizio.
A volte, le persone malate di cancro non sono più in grado di gestire le questioni personali, legali e finanziarie. In questi casi, è possibile nominare uno o più rappresentanti fidati. Questi possono occuparsi di tutte le questioni o solo di alcune, come aprire la posta o svolgere operazioni bancarie.
Attenzione: il mandato precauzionale deve essere scritto a mano. Se ciò non è possibile, deve essere autenticato da un notaio.
Per assicurarsi che le decisioni mediche seguano la Sua volontà, è utile scrivere delle direttive anticipate. Queste esprimono chiaramente cosa desidera alla fine della Sua vita. Inoltre, forniscono ai Suoi familiari e al personale curante una guida su ciò che non desidera.
Il servizio di consulenza e informazione dedicato ai malati di cancro, ai loro familiari e a tutte le persone interessate è disponibile nei giorni feriali dalle 10 alle 18 per telefono, e-mail, chat e WhatsApp.